Indovina cos'è successo al Conte Dracula?
di Max Della Mora e Alessio Di Rocco
Mentre l’Italia del calcio subiva l’onta dell’eliminazione al primo turno dei Mondiali di Monaco ‘74, il giorno dopo, 24 giugno, usciva in alcuni cinema milanesi L’orgia del vampiro. Il film, in realtà, aveva già fatto capolino nelle sale l’anno precedente: in Siae è registrata una prima proiezione pubblica avvenuta in data 12 febbraio 1973, ma per l’uscita in una città capozona occorre attendere il mese successivo. L’orgia del vampiro esce quindi al cinema Garden di Catania il 14 marzo 1973 e cinque giorni dopo è programmato al Metropol di Torino. Quest’ultima proiezione è accompagnata da un flano sul quotidiano La Stampa che, oltre ad annunciare una prima visione “vietatissima”, promette: "Il panico vi travolgerà dalla prima all’ultima scena". Notare che l'immagine utilizzata sul flano proviene da La pelle di Satana (1971). Il film resta in cartellone pochissimo, anche se da lì in poi viene distribuito capillarmente in alcune città. Il 19 agosto 1973, la Gazzetta del Mezzogiorno pubblica una recensione a firma Piero Virgintino, che scrive: «Un filmetto a spese del conte Dracula (…) maldestramente rabberciato da un tale Al Adanson (pseudonimo di chissà quale…asino). Rozzo e puerile, inzeppato di grottesche “mostruosità”, per cavarne insulsi effetti di spavento, di barocche scenografie e dei soliti ingredienti erotici, è recitato al limite di un’involontaria comicità».
In seguito riappare a Roma il 28 giugno ’73, in un cinemino di terza visione, l’Odeon. Poi, appunto, a Milano arriva nell’estate del ‘74, distribuito in ben tre cinema, Cielo, Las Vegas e Tiziano (tutti ormai chiusi da anni), dove resiste per soli due giorni, subito sostituito in tutte le sale da UFO… Annientate SHADO Uccidete Straker… Stop. Riappare quindi a Genova, nel febbraio del ‘75, e di nuovo viene programmato in alcune province, almeno fino al ‘76 (ma c’è un’ulteriore proiezione il 24 gennaio ‘78). L’orgia del vampiro poi scompare nel nulla e non riappare neanche nei palinsesti delle tv private. Fatto piuttosto anomalo.
Del resto, sono anomale e piene di misteri anche tutte le vicende legate al film stesso, a partire dalla vita del suo regista: l’israeliano Laurence Merrick. Nato come Zev Lahav, si arruola nel Tzahal, le Forze di difesa israeliane, dopodiché viene inviato negli Stati Uniti per raccogliere fondi da devolvere ai militari del suo paese. Lahav a New York conosce Joan Huntington, attrice di secondo piano attiva soprattutto in ruoli televisivi (fece anche un casting per interpretare Morticia in La famiglia Addams). I due si sposano e Lahav abbandona l’esercito e adotta il nome americano di Laurence Merrick. La coppia, dopo essersi trasferita a Hollywood, apre una scuola di recitazione chiamata The Merrick Studio Academy of Dramatic Arts e tra gli studenti figura un nome che, in seguito, diventerà tristemente noto: Sharon Tate. Come vedremo prossimamente, la vita di Merrick è legata a doppio filo con le vicende che riguardano Charles Manson, fino al drammatico epilogo. Gli affari vanno bene, la scuola ottiene fondi dal governo americano attraverso il GI Bill, una sovvenzione destinata ai veterani di guerra, e così i Merrick decidono di investire producendo film per la loro appositamente fondata Merrick International Films. «Eravamo pieni di soldi» dice la Huntington a Brett Taylor su Filmfax n°144, e aggiunge: «girammo un nudie cutie la cui trama era semplicemente a base di casalinghe in cerca di uomini. Tre ragazze con grosse tette e nient’altro. Era corto e senza trama, terribile». La pellicola sexy citata, realizzata tra il ‘68 e il ’69, non ha, stando alla Huntington, né titolo né credits, e non è nemmeno chiaro se abbia mai ottenuto una distribuzione.
Il passo successivo è Guess what happened to Count Dracula?, girato nel 1969 e distribuito due anni più tardi. Scritto da Merrick, è una rivisitazione in chiave horror-comica di Rosemary’s Baby (1968), in cui il diavolo è sostituito dal conte Adrian, erede di Dracula.
Il conte è fuggito dalla Transilvania dopo l’arrivo dei comunisti: «Hanno provato a fermare le nostre leggende, ma non ci sono riusciti» dice con un forte accento che è una via di mezzo tra il rumeno-hollywoodiano ed una rinofaringite acuta. Come nel film di Polansky, una giovane promessa della televisione - con lo stesso nome del personaggio interpretato da John Cassavetes, Guy - “cede” la fidanzata al Male in cambio di fama e successo. La ragazza, interpretata da Claudia Barron, è vampirizzata più volte (servono tre morsi per renderla definitivamente una “non morta”) e nel mentre mostra i segni della trasformazione in atto, rifuggendo dalla luce solare o mangiando, come Mia Farrow, carne cruda.
Privi di competenze tecniche, i Merrick chiamano in aiuto Robert Caramico, direttore della fotografia in film quali Orgy of the dead di Ed Wood o The black klansman di Ted V. Mikels. A Caramico si deve parte dell’aspetto “cult” del film: la fotografia dai toni accesi tinge ambienti e attori di rosso e verde e le inquadrature, deformate dal grandangolo, diventano psichedeliche. Il resto è nelle mani dell’attore Des Roberts, che interpreta il singolare vampiro. Roberts, cantante e pianista in locali gay, porta sullo schermo un Dracula cartoonesco dalle strane espressioni del viso, sottolineate da un continuo movimento delle sopracciglia.
- Le versioni erotiche.
Oltre alla casta versione classificata GP (più o meno corrispondente al nostrano “Film per tutti”, ma con il suggerimento della presenza di un adulto), reperibile in una VHS di importazione britannica o in DVD, uscito per l’americana Something Weird, esistono – apparentemente - anche due versioni erotiche destinate a un pubblico etero o gay.
A supporto dell’ipotesi “nudie etero”, la presenza di due attrici che solitamente non hanno problemi a mostrarsi senza veli: Claudia Barron, anche conosciuta come Claudia Siefried, modella per riviste “adulte” apparsa nel sexploitation The scavengers; e Angela Carnon, che ha in curriculum diversi titoli soft e hard. Il montaggio di alcune scene lascia suppore l’esistenza di una versione più pepata, stessa cosa per il trailer, che mostra alcune differenze rispetto al film. Ad esempio: quando la protagonista viene raggiunta da due coppie di amici e insieme iniziano a far festa sul divano, nel trailer la partouze pare avere uno svolgimento più ardito con palpeggiamenti e mutandine generosamente esposte. Sempre nel trailer è presente una scena in cui Adrian si materializza in una nuvola di fumo davanti a due uomini in camice bianco, situazione che è difficilmente integrabile nel corso del film. Inoltre, una lobby card americana mostra la Barron nuda e Roberts (con una parrucca o un pompadour alla Elvis molto più voluminoso rispetto a quello del film) nell’atto di morderla sul collo. Nel film, nella stessa scena, la Barron è vestita.
Forse Guess what happenend to Count Dracula? era inizialmente più osé, poi tagliato per ottenere il GP? Famous Monsters of Filmland n°95, la cui copertina è dedicata al film, riporta il titolo di lavorazione Master of the dungeon, più adatto a un BDSM che a un horror…
Riguardo alla versione omo-erotica, Dracula & the boys, Filmfax suggerisce che sia stata girata da qualcun altro, utilizzando lo stesso set e Des Roberts nella stessa parte del vampiro. La Huntington, nell’intervista, non conferma né smentisce e si limita a rispondere «con una risata dicendo che non rimarrebbe sorpresa se Roberts avesse fatto qualcosa di simile». Dracula & the boys viene proiettato nel 1969 contemporaneamente a New York e Los Angeles (rispettivamente nei cinema Park-Miller e Park), durante quelli che venivano chiamati “all male film festival”, proiezioni continue di pellicole, di varia durata, di natura omosex. I flani d’epoca testimoniano una doppia proiezione “speciale” di Dracula & the boys in coppia con l’altrettanto enigmatico Frankenstein de Sade, e si sottolinea che ambedue vennero girati appositamente per il festival.
In altri flani figura sempre Frankenstein de Sade (le pochissime informazioni che lo riguardano riportano che “al mostro è trapiantato un pene enorme”) accoppiato ad un altro vampiresco-gay intitolato Does Dracula really suck? (censurato dai quotidiani in Does Dracula really…?). Dracula & the boys e Does Dracula really sucks? sono la stessa cosa? Che rapporto c’è con il film di Merrick?
- Il "Monarex cut".
Acquistato dal produttore/distributore tedesco Chris D. Nebe, fondatore della Monarex, Guess what happened to Count Dracula? viene distribuito nel 1971 nelle sale tedesche con il titolo Draculas lüsterne Vampire (trad. Dracula vampiro lussurioso) ottenendo un modesto successo.
«Ho pensato che il film avesse del potenziale commerciale e fosse migliorabile inserendo facilmente parti extra» ci dice Nebe, che aggiunge «girammo circa 30 minuti di materiale in pochi giorni, scene di sesso soft e horror, senza una trama, tutto ambientato in una discoteca di Monaco. Il nuovo girato venne inserito tagliando l’originale». Probabilmente anche la colonna sonora originale è stata modificata, rimpiazzandola con una nuova eseguita dal compositore tedesco Eric Frantzen.
Regista degli insert è Mario D’Alcala, al secolo lo yugoslavo Marijan Vajda. Con una lunga esperienza maturata girando documentari, Vajda dirige successivamente alcune commedie, nonché quel Mosquito der Schänder (1977), noto per l’approccio realistico (e morbosetto!) al tema del serial killer Peter Kürten, meglio conosciuto come “il vampiro di Norimberga”. Trasferitosi in Austria, Vajda incontra i proprietari della Monarex, casa per la quale realizza alcuni erotici: Das bumsfidele Häuschen (film sexy ambientato in Baviera su “quello che avviene nelle toilette”, bocciato dalla censura italiana), scene aggiuntive per il soft americano Trader Hornee e, nel ruolo di production manager, è coinvolto nell’interessante horror-sexy Ancora di più… diretto dal maestro dell’erotismo Joe Sarno.
Il materiale aggiuntivo girato da Vajda per Guess what happened to Count Dracula? vede protagonista lo svizzero Alon D’Armand, la polacca Ola Copa (Ulla Kopa) e il bizzarro Horror Charly (Egon Keresztes). Artista di strada, musicista, nonché cabarettista specializzato in numeri horror-sexy, Horror Charly è poi diventato famoso grazie allo spettacolo televisivo Knoff-Hoff-Show, ne quale veste i panni di un inventore pazzo. Inoltre, ha pubblicato alcuni vinili tra i quali il 7” Horror-horror dance dove, in copertina, figura un montaggio di foto prese proprio dalla versione Monarex di Guess what happened to Count Dracula? Purtroppo, Draculas lüsterne Vampire non esiste più: «Quando ho lasciato Monaco negli anni ’70, avevo i 35mm di circa 150 film. I costi di magazzino erano estremamente alti e distrussi tutte le pellicole. Pochi anni dopo le televisioni private iniziarono a richiedere quel genere di film, persi un sacco di soldi perché non volli tenere i negativi» dice un amareggiato Nebe.
Rimangono solo le appetitose e lisergiche locandine tedesche che mostrano Horror Charly truccato da strega sdentata, svariate donnine nude (una di queste accucciata in un passeggino per bambini), viscere servite a D’Armand su di un piatto e riti di magia nera assortiti.
Sempre in Germania, è apparso un super8 di 100 metri (20 minuti circa) che potrebbe essere un rimontaggio, o una versione condensata del "Monarex cut". Distribuito intorno al 1976 nella collana Spermapop, edita dalla Amor Film, casa tedesca con in catalogo un gran numero di cartoni animati pornografici, Heisser saft für Frankenstein (trad. Succo caldo per Frankenstein) presenta, sulla scatola in cartone che custodisce la bobina, proprio un collage di immagini provenienti dal Monarex cut di Guess what happened to Count Dracula? Sul retro, invece, immagini prese sia dal film che da altri loop porno della Amor, quali Homo Story, Das Bumsen ist der Weiber Lust e Madame Immergeil usate come cornice alla seguente trama: “La bevanda preferita da Frankenstein, sperma fresco mescolato con sangue di cazzo e un po’ di limone, è nuovamente finita. Le tre vampire più belle vengono mandate a cercare grossi cazzi che trovano rapidamente. Tuttavia a loro non interessa scopare normalmente, vogliono scaldare i cazzi oralmente. Un porno scioccante non adatto ai deboli di cuore”. Frankenstein? Che c’entri qualcosa quella sopracitata scena, presente solo nel trailer, in cui il vampiro è in un laboratorio davanti a due uomini in camice?
- L’edizione italiana e francese a confronto.
Il film arriva in Italia grazie alla Kent World Distributor, una società fondata da Bruno Ruscitti, che si era fatto le ossa nel settore lavorando – insieme a Bruno Mattei - per la Filmar dei fratelli Maggi (liquidata nel 1971). L’edizione presentata in censura nel gennaio ’73 (in doppia versione: originale e doppiata) ha però i cartelli di Brain of Blood di Al Adamson (storpiato in Adanson), che risulta inedito in Italia. Misteriosa è anche l’aggiunta di due nomi (minori) che non hanno nulla a che fare con i film in questione: Marianne Stone (apparsa in vari horror tra i quali La morte va a braccetto con le vergini) e Valter (Walter) Brown (anche lui interprete di un vampiresco in Il principe della notte aka I diavoli della notte).
Perché una simile contraffazione? Per problemi di diritti o, meno probabilmente, ma non del tutto da escludere, per avere un nulla osta di proiezione buono per due diversi film? «Non ricordo di aver mai venduto il film in Italia» racconta Nebe, avvalorando la prima delle due ipotesi. Fatto sta che il visto di censura riporta la nazionalità tedesca e la Monarex è regolarmente indicata quale compagnia di produzione. Casi di visti di censura con generalità estranee rispetto ai film di riferimento si registrano alla fine del decennio e interessano principalmente i film hard. Alcuni porno italiani vengono spacciati per stranieri per ovviare all’obbligo di deposito della copia di legge ed evitare così che, in caso di sequestro, la stessa possa essere confrontata con quella cinematografica (le sequenze porno venivano infatti inserite illegalmente dopo il passaggio in censura). Ma la casistica contempla anche film non strettamente pornografici: La fille de Dracula (1972) di Jess Franco, per esempio, viene presentato in Italia con titolo Supersexy Vamp e cartelli di testa appartenenti al film Odio mi cuerpo (1974) di León Klimovsky.
Che la Kent non fosse propriamente in regola coi diritti potrebbe spiegare anche la distribuzione, a dir poco schizofrenica, che ha avuto il film.
Non meno curioso è il fatto che il manifesto italiano, oltre a riportare i famigerati – ed errati - credits di Brain of Blood, riprende parte dell’illustrazione da quella realizzata da Mos, alias Mario De Berardinis, per uno dei manifesti di Agente 3S3 – Passaporto per l’inferno di Sergio Sollima, uscito quasi un decennio prima. Il nuovo manifesto, sempre a firma Mos, ripropone la stessa bionda procace, svenuta e legata con delle corde, modificandone leggermente l’espressione, ora stagliata su di uno sfondo composto da un trittico di teste di vampiro prese dal “Monarex cut”.
Ironia della sorte, lo stesso manifesto è utilizzato per il DVD tedesco di Dracula Vs Frankenstein sempre di Al Adamson. Insomma, qualcosa sembra legare a tutti i costi Adamson a Merrick!
Ma i misteri non riguardano solo la nostra distribuzione. In Francia passa in censura, il 25 marzo 1975, in una versione ridotta (77’ contro gli 84’ della copia italiana), intitolata Dracula vampire sexuel. Al film è affibbiata la X (film pornografico) e nella scheda di Yves Jacquot c’è un riferimento a “scene pornografiche (svizzere?) addizionali”. Esiste un’ennesima versione con insert hard non girati da Vajda? Una copia di Dracula vampire sexuel, risulta esser stata proiettata l’11 gennaio 2020 presso la parigina Cinemateque durante un festival organizzato dal sito Nanarland, specializzato in film di serie B. Qualcuno, tra il pubblico in delirio, ha ripreso con un cellulare alcuni minuti del film. Del breve video non stupiscono tanto gli inserti con nudi femminili più espliciti, ma non hard, quanto il fatto che alcune scene della matrice appaiono con un montaggio differente, andando così a rafforzare l’ipotesi dell’esistenza di più versioni già in origine.
Circolava voce di una versione con un montaggio alternativo rispetto a quello del DVD della Something Weird, attualmente l’unico disponibile in digitale, distribuito nel 1981 dalla britannica Videoring nei formati VHS, Betamax e persino Video 2000. Un confronto diretto ha purtroppo rivelato, come unica differenza, una copia dalle proporzioni e colorimetria differenti. Nota curiosa: l’immagine sulla fascetta della videocassetta è prelevata dal messicano La stirpe dei vampiri (1957).
Il mistero de L’orgia del vampiro resta, per il momento, ancora ben sepolto nella tomba.
Grazie a: Chris D. Nebe, Andrea Napoli, Stefano Raffaele, Pete Tombs e Daniel Frevert.
(Articolo precedentemente apparso su Nocturno 197 e 238, qui ampliato e corretto)
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